Token fungibili
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Possiamo immaginare i token fungibili come le fiche di un casinò, oppure oppure come gettoni delle sale gioco: hanno il valore di valuta solo nel contesto in cui vengono utilizzati e non hanno un “taglio”, sono tutti identici tra di loro.
A seconda del loro utilizzo, possiamo suddividerli ulteriormente nelle seguenti categorie:
payment token: sono un mezzo di pagamento, quindi possono essere usati come moneta virtuale per acquistare beni e servizi.
utility token: sono usati per fornire alle persone accesso a un prodotto o servizio, ma non generano benefici economici.
governance token: utilizzati per gestire la governance all’interno di protocolli decentralizzati. Solitamente 1 token rappresenta 1 voto.
equity token: sono utilizzati per rappresentare la proprietà delle azioni di una società sottostante.
security token: non conferiscono alcuna proprietà nella società sottostante, ma estraggono valore dalla sua crescita
Data la natura innovativa e mutevole di questo ecosistema, i tokens sulle varie blockchain non sono sempre univocamente identificabili in una delle suddette categorie. Per questo motivo, varie volte è stato necessario l’intervento degli organi di controllo; in particolar modo la Security and Exchange Commission degli Stati Uniti d’America è stata spesso chiamata in causa per giudicare in quale categoria dovesse ricadere un token e dunque come dovesse essere considerato dal punto di vista legale e fiscale.