Oro digitale
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Compresa la differenza tra monete forti e deboli, e alla luce della grave crisi inflazionistica che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, risulta semplice comprendere il motivo per cui l’utilizzo di un denaro forte sia una condizione necessaria per la preservazione del valore nel tempo.
Storicamente l’oro ha ricoperto per millenni il ruolo di denaro forte, per la sua riconoscibilità, durabilità, commerciabilità nello spazio e nel tempo, ma soprattutto per il suo elevato rapporto tra stock e flow. Infatti, per quanto possa crescere la sua domanda sul mercato, la sua offerta rimane legata ai limiti fisici dell’estrazione mineraria, esattamente come avviene per il mining di Bitcoin. A tal proposito, è interessante notare come il rapporto S2F dell’oro (60) sia molto simile a quello di Bitcoin (53) e che quest’ultimo sia destinato a crescere nel tempo in modo programmato e del tutto prevedibile.
Per quanto l’oro sia la soluzione scelta globalmente più longeva, Bitcoin presenta svariati vantaggi rispetto al metallo prezioso e riesce a riassumere in un unico asset caratteristiche simili e talvolta superiori. Scarsità, vendibilità, sicurezza, decentralizzazione, fungibilità, portabilità, resistenza alla censura, liquidità, durabilità, immutabilità e verificabilità sono la combinazione di caratteristiche che permettono a BTC di essere considerato il denaro forte per eccellenza.
In questa ottica, sempre più investitori istituzionali e retail hanno deciso di iniziare ad accumulare parte della propria ricchezza in Bitcoin, costruendo il loro “piano B” per mettersi al riparo dal lento ed inesorabile collasso del potere d’acquisto delle monete fiat.
BTC si rivela inoltre una possibile soluzione per tutti gli Stati che non dispongono di una propria moneta nazionale e dipendono dall’utilizzo di una estera, con la conseguenza di essere esposti alle politiche monetarie messe in campo da una Banca Centrale straniera. Tanto è vero che il 7 settembre 2021, El Salvador è diventato il primo Paese ad adottare il Bitcoin come valuta legale con l'approvazione della cosiddetta "", che ha posto il Bitcoin accanto al dollaro statunitense come valuta ufficiale di El Salvador. Una distinzione importante è che mentre sia il dollaro statunitense che il Bitcoin hanno corso legale in El Salvador, solo il Bitcoin ha corso legale forzato. Ciò significa che tutte le imprese salvadoregne devono accettare il Bitcoin come mezzo di transazione, le tasse devono essere pagate in Bitcoin e il governo può ora distribuire sussidi in Bitcoin. Per accompagnare questa legge, El Salvador ha creato una rete di 200 bancomat Bitcoin, ha introdotto una nuova applicazione di portafoglio digitale Bitcoin chiamata Chivo e ha distribuito 30 dollari di Bitcoin a ogni cittadino per dare il via al cambiamento.
I sostenitori della nuova legge sul Bitcoin in El Salvador, come il presidente Nayib Bukele, affermano che il Bitcoin e contribuirà a "ridurre le commissioni che pagano per inviare e ricevere le rimesse". Un salvadoregno su quattro vive all'estero e, con l'eccezione di Haiti, El Salvador è il Paese che dipende maggiormente dalle rimesse nell'emisfero occidentale, rappresentando quasi tre dollari su dieci, ovvero quasi 6 miliardi di dollari, nell'economia salvadoregna. In effetti, molti sostengono l'uso delle criptovalute nei Paesi in via di sviluppo, sostenendo che il sistema finanziario globale prevalente serve al meglio i Paesi e gli individui ricchi.